Immagina di vivere in un mondo dove non siamo più dipendenti dall’energia dei combustibili fossili, e che invece la fonte provenga da una pianta, non ci credi? Ricercatori e ingegneri hanno scoperto una nuova alternativa ecologica per estrarre elettricità dalle piante, approfondiamo di più a riguardo nell’articolo di oggi.

Si tratta di una tecnologia che potrebbe proprio cambiare il mondo, nello specifico, si basa nella capacità di creare nano cellule in grado di emettere luce all’interno di piante viventi, usufruendo del naturale processo di fotosintesi clorofilliana, che a sua volta è alimentata dall’energia solare.
Nanobionica vegetale, cos’è?
Nella tecnologia nanobionica vegetale, all’interno delle piante vengono inserite delle nanoparticelle funzionali che racchiudono degli enzimi conosciuti come luciferasi, ovvero una specie di catalizzatori che grazie all’ossidazione della luciferina (sostanza fotogena che, ad esempio, la si trova nelle lucciole e che gli permette di brillare al buio) che possono emettere luce.
È un processo complesso che dona alle piante la capacità di illuminarsi come tanti altri organismi viventi che lo fanno in modo naturale.
Dunque, per mezzo di queste nanoparticelle, l’energia solare che ricevono le piante viene in parte immagazzinata e posteriormente emessa in modo graduale.
Piante luminescenti: i lampioni del futuro
A supportare la ricerca, Michael Strano, professore di ingegneria chimica del Massachusetts Institute of Technology (sigle in inglese: MIT), esperto nel campo delle piante luminescenti, ha lavorato a lungo insieme ai suoi colleghi nella produzione di componenti di ultima generazione da implementare nelle piante di crescione, in grado di generare una luce più luminosa e duratura, come parte di una cella solare totalmente biologica.
Per questo il suo team di ricerca ha ideato un condensatore elettrico sotto forma di fotoni, che immagazzina l’energia nelle piante e la sprigiona quando necessario, gradualmente.
Tra l’altro, l’uso di nanoparticelle di alluminato di stronzio (contenente il fosforo), come materiale per proteggere il condensatore naturale, permette a sua volta di assorbire più facilmente la luce solare e poi di rilasciarla piano piano in forma di bagliore.
Per di più, l’alto performance delle nanoparticelle, dimostrato nella ricerca scientifica, sarà il punto fermo da cui si potrà generare energia su ampia scala in futuro.
Vale la pena precisare che le particelle sono ricoperte di silice, per salvaguardare le piante da possibili danneggiamenti.
Il professore Michael Strano si è espresso molto soddisfatto di questa tecnologia, che è sempre un passo avanti nel modo in cui produciamo energia elettrica.
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Estrarre elettricità dalle piante
Tutta questa strabiliante scoperta significa che la luce prodotta dalle piante luminose è pulita, verde, ed ecosostenibile, un punto a favore per la riduzione dell’inquinamento ambientale del nostro pianeta.
Non ci resta che dire che il futuro dell’energia rinnovabile non è per niente un’utopia, anzi, è sempre più vicino a noi.
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Infine, la tecnologia avanzata che sfrutta la fotosintesi per estrarre elettricità dalle piante per via di nanoparticelle appositamente implementate nel loro interno, sarà un cambiamento positivo nella transizione ecologica, al quale tutti i governi del mondo dovrebbero essere compromessi, se vogliamo vivere in un mondo migliore grazie a una nuova alternativa ecologica, per il bene di tutti, favorendo così un’economia circolare
Energy Green Life, La Redazione
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